Nel 2025, l’uso della tecnologia blockchain nella sanità ha superato la fase sperimentale ed è diventato parte integrante della gestione dei dati clinici. Le proprietà intrinseche dei registri distribuiti — immutabilità, trasparenza e controllo decentralizzato — vengono sfruttate da istituzioni mediche per proteggere le cartelle cliniche, garantire il consenso informato e migliorare la tracciabilità nelle attività sanitarie.
Uno dei progetti più rilevanti è MedRec, sviluppato originariamente al MIT. A metà del 2025, MedRec collabora con diverse cliniche europee permettendo ai pazienti di controllare l’accesso ai propri dati attraverso smart contract. Gli utenti possono concedere permessi selettivi per ricerche o trattamenti mantenendo la proprietà totale delle informazioni.
Healthereum è un altro progetto attivo che integra blockchain e telemedicina per tracciare l’aderenza terapeutica, la partecipazione a programmi di salute e la frequenza alle visite. I pazienti ricevono ricompense tokenizzate per il loro coinvolgimento, incentivando uno stile di vita più sano e riducendo il carico amministrativo.
In Estonia, l’autorità nazionale per la salute continua a utilizzare l’infrastruttura X-Road per proteggere i dati sanitari a livello statale, dimostrando come sia possibile implementare sistemi sanitari decentralizzati su scala nazionale.
I vantaggi chiave della blockchain includono una maggiore tracciabilità e la riduzione delle frodi. Ogni modifica ai dati è registrata in modo permanente e non può essere alterata, creando un sistema a prova di manomissioni verificabile in tempo reale.
Inoltre, l’assenza di autorità centrali riduce i rischi di attacchi informatici e perdita di dati. In contesti rurali o con risorse limitate, questo approccio consente una maggiore resilienza del sistema.
Gli smart contract sono fondamentali nell’automazione delle richieste assicurative e nella condivisione dei dati: garantiscono che certe condizioni siano rispettate prima che si attivino processi o trasferimenti.
Nel 2025, gli NFT (token non fungibili) e le DAO (organizzazioni autonome decentralizzate) stanno rivoluzionando la gestione dei dati. Gli NFT rappresentano diritti digitali su dati anonimi, consentendo la tracciabilità senza violare la privacy.
Ad esempio, un paziente può tokenizzare i propri dati genomici e cederli temporaneamente a un istituto di ricerca. Questo meccanismo certifica l’origine dei dati e registra ogni accesso in modo trasparente.
Le DAO stanno trasformando anche la governance degli studi clinici: ricercatori e pazienti votano collettivamente sulle condizioni di utilizzo e condivisione dei dati, aumentando la partecipazione e la trasparenza.
Il consenso non è più gestito da firme cartacee o documenti legali, ma tramite smart contract programmabili che possono essere revocati in qualsiasi momento da parte dell’utente.
Le cosiddette “zero-knowledge proof” consentono di verificare i dati senza rivelarne il contenuto, una funzione cruciale per condizioni sensibili come salute mentale o malattie infettive.
Queste soluzioni avanzate richiedono tuttavia infrastrutture digitali adeguate e un’alfabetizzazione tecnologica diffusa, attualmente ancora assente in molte aree rurali.
Nonostante i vantaggi, la blockchain presenta criticità legali ed etiche. La sua immutabilità contrasta con il “diritto all’oblio” previsto dal GDPR, rendendo difficile la correzione o la cancellazione dei dati.
Per ovviare al problema, molti sistemi utilizzano una soluzione ibrida: solo gli hash o i metadati sono salvati on-chain, mentre i dati veri e propri restano off-chain e modificabili.
Inoltre, poiché la blockchain è transnazionale, applicare le normative locali può essere complicato. Le agenzie europee stanno lavorando per definire standard comuni a livello internazionale.
In un sistema decentralizzato, stabilire le responsabilità in caso di violazioni diventa difficile. Le DAO, ad esempio, richiedono nuove forme di contratti legali che regolamentino i diritti e i doveri dei membri.
Sono stati introdotti statuti DAO che cercano di delineare regole chiare, ma l’applicazione giuridica resta in fase sperimentale e varia da paese a paese.
Infine, si discute sull’opportunità di monetizzare i dati sanitari. Sebbene gli NFT garantiscano autonomia al paziente, c’è il rischio che la vendita inconsapevole comprometta la privacy a lungo termine.